Cerveteri e la sua storia
Il testo è tratto dal Dossier di “Candidatura di Cerveteri a Città Capitale Italiana della Cultura 2022”: “Keisra, Άγυλλα, Caere”.
I primi insediamenti umani sul territorio di Cerveteri risalgono al IX secolo a.C., al periodo cosiddetto Villanoviano, ma è naturalmente con la città etrusca, la Spura, che si ha il vero sviluppo urbano: chiamata Kaiserie o Kaisra o Keisra, fondata, secondo quanto ci riportano alcune fonti antiche, dai Pelasgi, mitica popolazione greca migrante. Al suo massimo splendore Caere, nome latino con cui la città è meglio conosciuta, era il secondo centro dell’Etruria per importanza e dimensioni.
Questa grande espansione è frutto dall’acquisita consapevolezza delle possibilità di crescita derivanti dalla sua posizione strategica, al centro di importanti linee di connessione marittime che non si esaurirono nella mera relazione commerciale tra popoli ma che divennero occasione di incontro e scambio culturale, “tecnologico”, di usi costumi e tradizioni. Le influenze dal mondo greco sono palpabili, tali da far avere un nome greco alla città, Άγυλλα, cosa non da tutti, e che si ritrovano nelle notizie che riguardano i modi di vivere e la gestione della società. Questo dimostra come la Città sia stata in grado di apprendere, fare proprie e diffondere conoscenze, facendo del santuario emporico di Pyrgi, un luogo in cui tutti i popoli potessero sentirsi non solo ben accolti grazie alla libertà di culto, ma anche stimolati dal reciproco interesse. Grazie a questi apporti alloctoni gli abitanti di Caere impararono, ad esempio, a “mangiare sdraiati”, di moda orientale, come testimoniato da alcuni dei reperti simbolo della Città, i due “Sarcofagi degli Sposi”, esposti al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e al Louvre di Parigi. Maestri ceramisti e orafi greci e vicino-orientali arrivarono per lavorare la materia prima locale, creando uno stile senza precedenti, ottenendo le produzioni più raffinate e brillanti dell’Etruria. Un ruolo di primo piano nella società dal VII al IV secolo a. C. hanno rivestito senza dubbio gli imprenditori locali legati allo sfruttamento delle risorse minerarie, all’agricoltura intensiva e alla produzione di materiale pregiato. Ma è soprattutto il connotarsi come città-stato e la struttura politica, sociale, territoriale conseguente che ha fatto dell’antica Caere un centro di importanza tale da poterne percepire gli echi ancora oggi: quanto possiamo desumere dall’organizzazione gerarchica della necropoli della Banditaccia ci fa pensare a uno straordinario assetto “democratico” e paritario della struttura socio-economica della città.
Col crescere della potenza di Roma, Caere inizia a “schierarsi”, difendendo la città dagli attacchi dei Galli, fino a quando nel corso del III e II secolo a.C. vengono dedotte all’interno del territorio le colonie romane di Castrum Novum, Alsio, Fregene e Pyrgi.
Caere diventa il “granaio di Roma” e da questo momento la città vive di luce riflessa della Capitale. In particolare la Lex Iulia de civitate latinis et sociis danda che parifica giuridicamente gli italici a cittadini romani di pieno diritto, segna la fine delle autonomie regionali, il latino diventa la lingua ufficiale, la cultura si unifica, la storia locale diventa la storia di Roma. Durante il Medioevo inizia poi un periodo di decadenza che porta a uno spopolamento del centro urbano in favore del borgo di Ceri.
C’è da sottolineare che, nel suo periodo più fulgido, il territorio di Caere aveva un’estensione veramente ampia, che comprendeva l’area a nord fino al corso del Mignone, a est fino ai monti Sabatini, a sud fino al fiume Arrone e ad ovest fino a tutta la fascia costiera compresa tra il Mignone e Fregene. Anche oggi il territorio si caratterizza per la sua grandezza e complessità.”
Identità paesaggistica
Il paesaggio, oltre che aspetti meramente strutturali e strutturanti, porta con sé componenti simboliche ed identitarie. Espressione “fisionomica e culturale del luogo, manifestazione della culturalità e luogo di vita delle popolazioni”, il paesaggio è manifestazione tangibile delle diverse culture, materiali ed immateriali.
La Convenzione Europea del Paesaggio (2000) – ponendo la percezione delle popolazioni a fondamento del concetto stesso di paesaggio – ha messo in luce la natura di questo come “prodotto sociale” che parla della e alla società che ogni giorno incessantemente lo costruisce e lo trasforma. Esso viene infatti inteso dalla CEP come il prodotto delle interrelazioni tra una popolazione e il proprio ambiente di vita e, in quanto tale, si trova in ogni luogo in cui queste interrelazioni si verifichino, “nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana” (CEP, preambolo). La Convenzione, inoltre, estendendo il concetto di paesaggio a tutto il territorio, lo riconosce dovunque come fondamento dell’identità della popolazione, che in esso può ritrovare tracce di sé, della propria cultura e dei valori che la animano. Come si vede, si tratta di affermazioni che segnano una svolta in materia e che portano al centro dell’attenzione la relazione esistente tra popolazione e paesaggio.
Riconoscimento a Comune
Il Comune di Cerveteri fu annesso al Regno d’Italia il 15 gennaio 1871 (Legge n. 6165 del 31 dicembre 1870) e si è definito, come lo conosciamo oggi, nel 1970 quando l’allora frazione di Ladispoli si è costituita in comune autonomo (Legge n. 240 del 6 maggio 1970). L’altitudine media del Comune è di 81 m s.l.m. e con i suoi 134,32 kmq di superficie è il 19° comune per estensione territoriale nel Lazio.
Località
La totalità del territorio appartenente al Comune è suddivisa in 8 località, oltre al capoluogo, di seguito descritte.
Ceri, situato su un costone tufaceo a 150 metri s.l.m, sul Fosso Sanguinara, è un piccolo borgo medievale circondato da mura merlate, sorto sul luogo di un insediamento etrusco che era certamente parte integrante dell’antica città di Caere. Nel XIV secolo Ceri diviene un “forte et opolentus Castellum” della famiglia dei Normanni e, attraverso numerosi passaggi fra le famiglie gentilizie romane, nel 1883 diventa di proprietà dei Torlonia che trasformano il castello in una villa con giardino all’italiana.
Cerveteri, la sua storia ebbe inizio in epoca molto antica, e le ricerche archeologiche la farebbero risalire alla metà del IX secolo a.C.; il suo nome moderno deriva da Caere Vetus, termine risalente al XIII secolo che fu utilizzato per distinguerla da Caere Novum (l’attuale Ceri). Dopo un periodo di grande sviluppo Cerveteri vide ridimensionato la sua funzione di centro agricolo. Nel XX secolo riacquistò un ruolo di primo piano in ambito turistico e archeologico. Una delle attrazioni turistiche di Cerveteri è senza dubbio il Castello Ruspoli, questa Rocca è posta nel cuore del centro storico e si mostra con la tipica merlatura dei castelli medievali; al suo interno sono ospitati i locali del Museo Archeologico Cerite dove sono esposte opere e reperti rinvenuti durante i numerosi scavi effettuati sia nell’area urbana che nelle vicine necropoli. A poca distanza dal centro storico si trova, infatti, il sito UNESCO della Banditaccia, la più vasta necropoli etrusca del mondo antico.
Borgo S. Martino, l’importante frazione agricola di Cerveteri, circa 1.750 abitanti, sorge su un’ariosa altura posta a poca distanza dal mare, a circa 9 km da Cerveteri e da Ladispoli, circondata da un’incantevole campagna punteggiata di casali sparsi su una superficie di circa 1000 ettari, i caratteristici e inconfondibili “poderi”, nati dalla grande riforma fondiaria attuata nei primi anni Cinquanta del secolo scorso dall’Ente Maremma, che presero il posto dei grandi pascoli dei Torlonia.
Due Casette, l’importante frazione agricola di Cerveteri, con circa 1.350 abitanti, si distribuisce lungo la parte pianeggiante della Strada Provinciale Furbara-Sasso-Manziana su una superficie di circa 1000 ettari, con i caratteristici e inconfondibili “poderi” nati dalla grande riforma dell’Ente Maremma.
Furbara, è forse la frazione meno conosciuta anche perché la parte edificata è composta quasi esclusivamente dalla vecchia stazione e da alcuni locali ad essa attigui, per il resto è composto interamente da campagne che si affacciano sul mare. A nord-ovest si trova un esteso presidio militare.
I Terzi, alle estreme propaggini est del territorio, confinante con i Comuni di Bracciano a nord e Fiumicino a sud, la località I Terzi è un territorio prettamente agricolo che si snoda per alcuni chilometri sulla strada provinciale che, nel tratto di pertinenza del Comune di Cerveteri, prende il nome di Via Castel Campanile. Analogamente a Borgo S. Martino, costituita da numerosi casali agricoli sparsi su una superficie di circa 500 ettari, con i caratteristici e inconfondibili “poderi”, nati dalla grande riforma fondiaria dei primi anni Cinquanta; anche in questo caso il borgo concentra gli elementi di aggregazione tipici del tessuto agricolo.
Marina di Cerveteri, è formata dalle frazioni di Campo di Mare e Cerenova. All’inizio degli anni Settanta, quando in Italia un relativo diffuso benessere cominciò a richiamare l’attenzione delle famiglie sui cosiddetti “bisogni secondari”, esplose in breve tempo il boom edilizio, legato alla seconda casa, in particolar modo nelle zone di mare. In questa nuova prospettiva sociale ed economica sorsero Cerenova e Campo di Mare che, strutturandosi in un insieme di villini sui terreni del Principe Ruspoli, divenne presto luogo di villeggiatura e residenza.
Castel del Sasso, nota anche semplicemente come Sasso è un’antica frazione distante circa 12 km da Cerveteri, posta ad un’altitudine di circa 310 m s.l.m. alle falde del Monte Santo. Il nome della località molto probabilmente deriva dalla famiglia dei Sassoni (Sax), discesi nel Lazio, al seguito dell’imperatore tedesco Ottone, verso l’anno Mille. La zona era già frequentata in epoca preistorica, nelle vicinanze delle acque termali del Piano della Carlotta, le celebri Acquae Calidae Caeretane citate da Stradone e Tito Livio. Persino i legionari romani, di ritorno dalle faticose campagne belliche in Gallia, passavano una specie di quarantena per ristorarsi ma anche per depurarsi da eventuali malattie contratte in guerra.
Valcanneto, zona residenziale edificata a partire dall’anno 1970, oggi consta di quasi 4.000 residenti. Questa è la frazione che si estende fino alla località Statua, quest’ultima appartenente al comune di Fiumicino.La totalità del territorio appartenente al Comune è suddivisa in 8 località, oltre al capoluogo, di seguito descritte.
Cerveteri e la sua storia
Il testo è tratto dal Dossier di “Candidatura di Cerveteri a Città Capitale Italiana della Cultura 2022”: “Keisra, Άγυλλα, Caere”.
I primi insediamenti umani sul territorio di Cerveteri risalgono al IX secolo a.C., al periodo cosiddetto Villanoviano, ma è naturalmente con la città etrusca, la Spura, che si ha il vero sviluppo urbano: chiamata Kaiserie o Kaisra o Keisra, fondata, secondo quanto ci riportano alcune fonti antiche, dai Pelasgi, mitica popolazione greca migrante. Al suo massimo splendore Caere, nome latino con cui la città è meglio conosciuta, era il secondo centro dell’Etruria per importanza e dimensioni.
Questa grande espansione è frutto dall’acquisita consapevolezza delle possibilità di crescita derivanti dalla sua posizione strategica, al centro di importanti linee di connessione marittime che non si esaurirono nella mera relazione commerciale tra popoli ma che divennero occasione di incontro e scambio culturale, “tecnologico”, di usi costumi e tradizioni. Le influenze dal mondo greco sono palpabili, tali da far avere un nome greco alla città, Άγυλλα, cosa non da tutti, e che si ritrovano nelle notizie che riguardano i modi di vivere e la gestione della società. Questo dimostra come la Città sia stata in grado di apprendere, fare proprie e diffondere conoscenze, facendo del santuario emporico di Pyrgi, un luogo in cui tutti i popoli potessero sentirsi non solo ben accolti grazie alla libertà di culto, ma anche stimolati dal reciproco interesse. Grazie a questi apporti alloctoni gli abitanti di Caere impararono, ad esempio, a “mangiare sdraiati”, di moda orientale, come testimoniato da alcuni dei reperti simbolo della Città, i due “Sarcofagi degli Sposi”, esposti al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e al Louvre di Parigi. Maestri ceramisti e orafi greci e vicino-orientali arrivarono per lavorare la materia prima locale, creando uno stile senza precedenti, ottenendo le produzioni più raffinate e brillanti dell’Etruria. Un ruolo di primo piano nella società dal VII al IV secolo a. C. hanno rivestito senza dubbio gli imprenditori locali legati allo sfruttamento delle risorse minerarie, all’agricoltura intensiva e alla produzione di materiale pregiato. Ma è soprattutto il connotarsi come città-stato e la struttura politica, sociale, territoriale conseguente che ha fatto dell’antica Caere un centro di importanza tale da poterne percepire gli echi ancora oggi: quanto possiamo desumere dall’organizzazione gerarchica della necropoli della Banditaccia ci fa pensare a uno straordinario assetto “democratico” e paritario della struttura socio-economica della città.
Col crescere della potenza di Roma, Caere inizia a “schierarsi”, difendendo la città dagli attacchi dei Galli, fino a quando nel corso del III e II secolo a.C. vengono dedotte all’interno del territorio le colonie romane di Castrum Novum, Alsio, Fregene e Pyrgi.
Caere diventa il “granaio di Roma” e da questo momento la città vive di luce riflessa della Capitale. In particolare la Lex Iulia de civitate latinis et sociis danda che parifica giuridicamente gli italici a cittadini romani di pieno diritto, segna la fine delle autonomie regionali, il latino diventa la lingua ufficiale, la cultura si unifica, la storia locale diventa la storia di Roma. Durante il Medioevo inizia poi un periodo di decadenza che porta a uno spopolamento del centro urbano in favore del borgo di Ceri.
C’è da sottolineare che, nel suo periodo più fulgido, il territorio di Caere aveva un’estensione veramente ampia, che comprendeva l’area a nord fino al corso del Mignone, a est fino ai monti Sabatini, a sud fino al fiume Arrone e ad ovest fino a tutta la fascia costiera compresa tra il Mignone e Fregene. Anche oggi il territorio si caratterizza per la sua grandezza e complessità.”
Identità paesaggistica
Il paesaggio, oltre che aspetti meramente strutturali e strutturanti, porta con sé componenti simboliche ed identitarie. Espressione “fisionomica e culturale del luogo, manifestazione della culturalità e luogo di vita delle popolazioni”, il paesaggio è manifestazione tangibile delle diverse culture, materiali ed immateriali.
La Convenzione Europea del Paesaggio (2000) – ponendo la percezione delle popolazioni a fondamento del concetto stesso di paesaggio – ha messo in luce la natura di questo come “prodotto sociale” che parla della e alla società che ogni giorno incessantemente lo costruisce e lo trasforma. Esso viene infatti inteso dalla CEP come il prodotto delle interrelazioni tra una popolazione e il proprio ambiente di vita e, in quanto tale, si trova in ogni luogo in cui queste interrelazioni si verifichino, “nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana” (CEP, preambolo). La Convenzione, inoltre, estendendo il concetto di paesaggio a tutto il territorio, lo riconosce dovunque come fondamento dell’identità della popolazione, che in esso può ritrovare tracce di sé, della propria cultura e dei valori che la animano. Come si vede, si tratta di affermazioni che segnano una svolta in materia e che portano al centro dell’attenzione la relazione esistente tra popolazione e paesaggio.
Riconoscimento a Comune
Il Comune di Cerveteri fu annesso al Regno d’Italia il 15 gennaio 1871 (Legge n. 6165 del 31 dicembre 1870) e si è definito, come lo conosciamo oggi, nel 1970 quando l’allora frazione di Ladispoli si è costituita in comune autonomo (Legge n. 240 del 6 maggio 1970). L’altitudine media del Comune è di 81 m s.l.m. e con i suoi 134,32 kmq di superficie è il 19° comune per estensione territoriale nel Lazio.
Località
La totalità del territorio appartenente al Comune è suddivisa in 8 località, oltre al capoluogo, di seguito descritte.
Ceri, situato su un costone tufaceo a 150 metri s.l.m, sul Fosso Sanguinara, è un piccolo borgo medievale circondato da mura merlate, sorto sul luogo di un insediamento etrusco che era certamente parte integrante dell’antica città di Caere. Nel XIV secolo Ceri diviene un “forte et opolentus Castellum” della famiglia dei Normanni e, attraverso numerosi passaggi fra le famiglie gentilizie romane, nel 1883 diventa di proprietà dei Torlonia che trasformano il castello in una villa con giardino all’italiana.
Cerveteri, la sua storia ebbe inizio in epoca molto antica, e le ricerche archeologiche la farebbero risalire alla metà del IX secolo a.C.; il suo nome moderno deriva da Caere Vetus, termine risalente al XIII secolo che fu utilizzato per distinguerla da Caere Novum (l’attuale Ceri). Dopo un periodo di grande sviluppo Cerveteri vide ridimensionato la sua funzione di centro agricolo. Nel XX secolo riacquistò un ruolo di primo piano in ambito turistico e archeologico. Una delle attrazioni turistiche di Cerveteri è senza dubbio il Castello Ruspoli, questa Rocca è posta nel cuore del centro storico e si mostra con la tipica merlatura dei castelli medievali; al suo interno sono ospitati i locali del Museo Archeologico Cerite dove sono esposte opere e reperti rinvenuti durante i numerosi scavi effettuati sia nell’area urbana che nelle vicine necropoli. A poca distanza dal centro storico si trova, infatti, il sito UNESCO della Banditaccia, la più vasta necropoli etrusca del mondo antico.
Borgo S. Martino, l’importante frazione agricola di Cerveteri, circa 1.750 abitanti, sorge su un’ariosa altura posta a poca distanza dal mare, a circa 9 km da Cerveteri e da Ladispoli, circondata da un’incantevole campagna punteggiata di casali sparsi su una superficie di circa 1000 ettari, i caratteristici e inconfondibili “poderi”, nati dalla grande riforma fondiaria attuata nei primi anni Cinquanta del secolo scorso dall’Ente Maremma, che presero il posto dei grandi pascoli dei Torlonia.
Due Casette, l’importante frazione agricola di Cerveteri, con circa 1.350 abitanti, si distribuisce lungo la parte pianeggiante della Strada Provinciale Furbara-Sasso-Manziana su una superficie di circa 1000 ettari, con i caratteristici e inconfondibili “poderi” nati dalla grande riforma dell’Ente Maremma.
Furbara, è forse la frazione meno conosciuta anche perché la parte edificata è composta quasi esclusivamente dalla vecchia stazione e da alcuni locali ad essa attigui, per il resto è composto interamente da campagne che si affacciano sul mare. A nord-ovest si trova un esteso presidio militare.
I Terzi, alle estreme propaggini est del territorio, confinante con i Comuni di Bracciano a nord e Fiumicino a sud, la località I Terzi è un territorio prettamente agricolo che si snoda per alcuni chilometri sulla strada provinciale che, nel tratto di pertinenza del Comune di Cerveteri, prende il nome di Via Castel Campanile. Analogamente a Borgo S. Martino, costituita da numerosi casali agricoli sparsi su una superficie di circa 500 ettari, con i caratteristici e inconfondibili “poderi”, nati dalla grande riforma fondiaria dei primi anni Cinquanta; anche in questo caso il borgo concentra gli elementi di aggregazione tipici del tessuto agricolo.
Marina di Cerveteri, è formata dalle frazioni di Campo di Mare e Cerenova. All’inizio degli anni Settanta, quando in Italia un relativo diffuso benessere cominciò a richiamare l’attenzione delle famiglie sui cosiddetti “bisogni secondari”, esplose in breve tempo il boom edilizio, legato alla seconda casa, in particolar modo nelle zone di mare. In questa nuova prospettiva sociale ed economica sorsero Cerenova e Campo di Mare che, strutturandosi in un insieme di villini sui terreni del Principe Ruspoli, divenne presto luogo di villeggiatura e residenza.
Castel del Sasso, nota anche semplicemente come Sasso è un’antica frazione distante circa 12 km da Cerveteri, posta ad un’altitudine di circa 310 m s.l.m. alle falde del Monte Santo. Il nome della località molto probabilmente deriva dalla famiglia dei Sassoni (Sax), discesi nel Lazio, al seguito dell’imperatore tedesco Ottone, verso l’anno Mille. La zona era già frequentata in epoca preistorica, nelle vicinanze delle acque termali del Piano della Carlotta, le celebri Acquae Calidae Caeretane citate da Stradone e Tito Livio. Persino i legionari romani, di ritorno dalle faticose campagne belliche in Gallia, passavano una specie di quarantena per ristorarsi ma anche per depurarsi da eventuali malattie contratte in guerra.
Valcanneto, zona residenziale edificata a partire dall’anno 1970, oggi consta di quasi 4.000 residenti. Questa è la frazione che si estende fino alla località Statua, quest’ultima appartenente al comune di Fiumicino.La totalità del territorio appartenente al Comune è suddivisa in 8 località, oltre al capoluogo, di seguito descritte.