Ambiente: territorio e paesaggio di Cerveteri

Poco meno di un milione di anni fa l’area era occupata dal mare aperto, ne sono testimonianza i terreni ad “argille di Cerveteri” e le “sabbie calcaree di età pliocenica” (da 3,40 a 1,79 Milioni di anni fa) affioranti a Nord di Palidoro (Fosso della Caldara) e nelle vicinanze di Palo.

Nella prima metà del Novecento il paesaggio agrario dell’area di Cerveteri era fortemente caratterizzato dalla presenza di vigneti e pescheti, le due culture tradizionali del luogo che venivano esportate fino al nord della Toscana. I vigneti rappresentano un asse importante dell’economia locale probabilmente già nell’antica Etruria. Oggi resta ben poco di queste colture: i pescheti, troppo onerosi, sono stati sostituiti da oliveti e i vigneti hanno spesso lasciato spazio ad un “particellato urbano” che ormai rappresenta la tipologia colturale più diffusa nell’area.

Tutta l’area, disseminata di reperti archeologici presenta un carattere fortemente storicizzato con siti di epoca etrusca di cui il più rilevante è quello della Necropoli Etrusca della Banditaccia, designata sito Unesco nel 2004.

L’ingente patrimonio archeologico e naturalistico presente nel territorio non ha frenato, sin dal primo dopoguerra, la crescita urbana dissennata che negli anni Settanta del secolo scorso ha raggiunto apici consistenti con disboscamenti diffusi che hanno dato origine a insediamenti ex novo quali ad esempio la frazione di Valcanneto, Marina di Cerveteri. L’urbanizzazione di questo territorio è stata invasiva, incapace di rispettare i caratteri peculiari di un paesaggio unico e prezioso. Ad esempio, da un recente studio redatto a sostegno dell’applicazione del nuovo PTPR di Cerveteri, si evince che una “struttura portante” identifica vaste zone ad elevato valore ecologico e paesaggistico sulle quali attivare forme di tutela attiva.

Il capitale naturale locale: la rete Natura 2000 e le aree protette

Il territorio di Cerveteri comprende una diffusa rete di aree ad elevato valore naturale per la presenza di specie e habitat di considerevole importanza secondo la Direttiva Habitat.

 

ZPS Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate (IT 6030005)

Parte Comprensorio Tolfetano Cerite ManziateCon 67.573 ettari questa ZPS è la più estesa della Regione Lazio. Comprende 14 SIC, 15 comuni, 3 aree protette regionali e diverse Università agrarie, costituendo un polo di rilevante valore per la conservazione della natura della Regione Lazio.

Tramonto tolfetano

Tramonto tolfetano

Tra i valori di interesse naturalistico vi sono oltre 95 specie di uccelli nidificanti (di cui almeno 20 incluse nell’allegato I), oltre 20 specie di interesse comunitario segnalate nei SIC, e 16 habitat di interesse comunitario.

Il mosaico di ambienti che caratterizza l’area rappresenta il maggior punto di forza di questa diversità, risultano fondamentali infatti le attività agrosilvopastorali (sostenibili) per il mantenimento della maggior parte degli habitat che caratterizzano la ZPS.

 

ZPS Torre Flavia (IT 6030020)

Torre FlaviaIl monumento naturale Palude di Torre Flavia, un’area naturale protetta del Lazio istituita nel 1997 con D.P.G.R. Lazio n°613 del 24/03/97 in seguito è stata inserita nel sistema europeo Natura 2000 come Zona di Protezione Speciale “Torre Flavia” sia per la specificità ambientali riferibili all’habitat “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) che per la presenza di avifauna migratoria ed erpetofauna acquatica indicate nelle Direttive 79/409/CEE “Uccelli” e 92/43/CEE “Habitat” (BATTISTI, BUCCOMINO, 1998; AA.VV., 2003). Occupa una superficie di 43 ettari nei comuni di Ladispoli e Cerveteri, ed è gestita dalla città metropolitana di Roma Capitale.

Il Fratino, Charadrius alexandrinus, che, insieme al Corriere piccolo, Charadrius dubius, nidifica a Torre Flavia

Il Fratino, Charadrius alexandrinus, che, insieme al Corriere piccolo, Charadrius dubius, nidifica a Torre Flavia

La palude di Torre Flavia e la vicina Riserva naturale regionale di Macchiatonda (Comune di Santa Marinella – Provincia di Roma) rappresentano gli ultimi lembi residuali di aree paludose che si estendevano lungo la costa laziale a Nord della foce del fiume Tevere; con le opere di bonifica di Maccarese compiute tra il 1800 e il 1900 è prevalso un uso agricolo di tipo intensivo, seguito negli ultimi quarant’anni da un imponente fenomeno di urbanizzazione della fascia litoranea per fini balneari.

Il mantenimento e la conservazione di questi piccoli biotopi umidi assume una importante valenza fitogeografica proprio per le numerose pressioni antropiche che portano ad un lento e inesorabile degrado dei pochi lembi rimasti, fino a diventare rari se si confronta l’area attualmente occupata rispetto alla superficie originaria.

La palude di Torre Flavia è un acquitrino salmastro retrodunale inondato per buona parte dell’anno, con piccole pozze dove l’acqua ricca di sali permane fino alla stagione estiva. Gli estesi fenomeni di erosione costiera hanno provocato la totale scomparsa della duna litoranea e la conseguente perdita delle comunità perenni stabilizzatrici e delle sclerofille mediterranee.

 

SIC Monte Tosto (IT 6030006)

Monte TostoAppartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 62,0 ettari, è localizzato nella Provincia di Roma nel Comune di Cerveteri.

Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia e 6220* Percorsi sub steppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea.

Tra le specie protette Cerambyx cerdo (Cerambice delle Querce), Lucanus cervus (Cervo volante).

Le minacce potenzialmente presenti nel sito riguardano in primo luogo la perdita di habitat, con particolare riferimento a quelli prativi per la possibile invasione da parte di vegetazione arbustiva o arborea e a quelli boschivi residuali, per le modificazioni potenzialmente riconducibili alle modalità di sfruttamento delle risorse forestali, inclusa la diminuzione di alberi vetusti o deperienti. Ulteriore elemento di minaccia sostanziale è costituito dagli incendi, che sicuramente hanno avuto impatti in passato sul sito.

Tra le misure di conservazione si ritiene importante il mantenimento del pascolo nei prato-pascoli e adozione ed attuazione di un piano per la gestione dei pascoli o di un regolamento di fida pascolo che integri gli obiettivi della salvaguardia degli habitat di interesse comunitario, regolando il carico di bestiame istantaneo, stagionale, le modalità di utilizzo dei pascoli (attraverso per es. la rotazione, turnazione, ecc.) e i tempi di permanenza degli animali sulle diverse superfici con relativo calendario.

 

SIC Sughereta del Sasso (IT 6030021)

Sughereta del SassoAppartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 111,0 ha, è localizzato nella Provincia di Roma e nel Comune di Cerveteri. Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 6.220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero Brachypodietea e 9.330 Foreste di Quercus suber Sasso.SIC Sughereta del Sasso (IT 6030021).

Appartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 111,0 ha, è localizzato nella Provincia di Roma e nel Comune di Cerveteri. Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 6.220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero Brachypodietea e 9.330 Foreste di Quercus suber Sasso.

Sughereta del Sasso

Sughereta del Sasso

La "Rete Blu" (marina): la fascia costiera

Tra gli ambienti terrestri, le aree costiere sono quelle che hanno maggiormente risentito della completa mancanza di adeguate politiche di sviluppo anche perché si è arrivati tardi a comprenderne l’importanza in relazione alla difesa del territorio.

Le aree che nel tempo hanno mantenuto qualche aspetto di naturalità corrispondono sostanzialmente alle foci dei corsi d’acqua sia naturali sia artificiali. Pertanto, lungo i litorali si trovano ancora residui di vegetazione della duna mobile. Questa vegetazione svolge un fondamentale ruolo protettivo contro l’erosione nei confronti dell’ambiente retrostante e delle spiagge. L’ambiente della duna mobile è di notevole interesse scientifico per il particolare adattamento manifestato dalle specie che vi si insediano: le psammofile, ovunque in forte rarefazione sui nostri litorali. In alcuni brevi tratti, sfuggiti all’abusivismo edilizio, è possibile osservare ancora accenni di duna consolidata caratterizzata dalla presenza del ginepro, Juniperus macrocarpa, ed a seguire il lentisco, Pistacia lentiscus, fillirea, Phillyrea latifolia, etc.

Non sempre è possibile rinvenire insieme le quattro fasce che caratterizzano l’ambiente della duna mobile poiché nel complesso la duna è in condizioni di forte erosione con piccoli ciuffi di vegetazione all’apice di pinnacoli di sabbia. Comunque, considerando l’elevata dinamicità della vegetazione dunale, con limitati interventi di restauro ambientale e qualche anno di protezione integrata soprattutto per ridurre il calpestio, le aree di interesse potrebbero tornare in condizioni di buona naturalità.

Aree agricole identitarie

L’area ricompresa nel Comune di Cerveteri è attraversata da molteplici corsi d’acqua che, sia pure di piccole dimensioni e portata, svolgono una funzione primaria ed essenziale per l’agricoltura e la fauna locali.

L’Area Agricola Identitaria che si estende dal Comune di Cerveteri alle contigue aree sottoposte alle Amministrazioni di Santa Marinella e Tolfa, ha una superficie di 4.497 ettari, situata nella zona del litorale romano, si estende fra la fascia costiera e il territorio pedemontano del complesso della Tolfa da Santa Marinella a Cerveteri. Il comprensorio geografico si inserisce tra la costa Tirrenica e il cosiddetto Antiappennino laziale dei complessi vulcanici.

L’area, in particolare, è compresa nella piana costiera alluvionale, a nord della maremma ‘romana’, e le piccole colline che fanno da preludio alla Tolfa e ai monti Sabatini.

L’eterogenea composizione geologica, e la conseguente complessità vegetazionale, rende questa area particolarmente interessante sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico molto differente rispetto alle più omogenee aree limitrofe; i rilievi inoltre costituiscono un’isola con caratteri submontani, che va ad interrompere la continuità della fascia litoranea con le colline digradanti verso la costa caratterizzate da sommità arrotondate e da versanti dolci e da declivi disposti in senso est-ovest. Il reticolo idrografico, con carattere torrenziale, ha andamento ortogonale rispetto alla costa. Le caratteristiche naturali e storiche dell’area (a basso impatto antropico recente e a bassissima densità di popolazione) inducono lo sviluppo di vegetazioni e soprattutto permettono la sopravvivenza di numerose specie animali rare e/o minacciate (riserva della Banditaccia).

L’area riveste un’enorme importanza naturalistica e ciò è dovuto sia alla particolare posizione geografica, al centro della penisola dove il clima continentale si incontra con quello mediterraneo umido (con una zona a clima temperato), continuamente mutevole e con importanti variazioni microclimatiche. Le zone agricole, coltivate a cereali, seminativi irrigui, asciutti e arborati si estendono lungo la fascia costiera.

La presenza antropica attualmente è limitata alle attività agricole (soprattutto nei comuni di S.Marinella), e alle tradizionali attività silvo-pastorali e di ceduazione del bosco. Infatti, contrariamente a quanto avvenuto per la fascia costiera che ha subito numerose modifiche nelle sue caratteristiche originali a causa della costruzione di porti, di frangiflutti oltre che di numerosi villaggi per vacanze, l’area conserva ancora i caratteri naturali e rurali del paesaggio della maremma. Pertanto si rende necessaria la sua salvaguardia dall’avanzare delle incontrollate trasformazioni edilizie dei territori contermini.

Ambiente: territorio e paesaggio di Cerveteri

Poco meno di un milione di anni fa l’area era occupata dal mare aperto, ne sono testimonianza i terreni ad “argille di Cerveteri” e le “sabbie calcaree di età pliocenica” (da 3,40 a 1,79 Milioni di anni fa) affioranti a Nord di Palidoro (Fosso della Caldara) e nelle vicinanze di Palo.

Nella prima metà del Novecento il paesaggio agrario dell’area di Cerveteri era fortemente caratterizzato dalla presenza di vigneti e pescheti, le due culture tradizionali del luogo che venivano esportate fino al nord della Toscana. I vigneti rappresentano un asse importante dell’economia locale probabilmente già nell’antica Etruria. Oggi resta ben poco di queste colture: i pescheti, troppo onerosi, sono stati sostituiti da oliveti e i vigneti hanno spesso lasciato spazio ad un “particellato urbano” che ormai rappresenta la tipologia colturale più diffusa nell’area.

Tutta l’area, disseminata di reperti archeologici presenta un carattere fortemente storicizzato con siti di epoca etrusca di cui il più rilevante è quello della Necropoli Etrusca della Banditaccia, designata sito Unesco nel 2004.

L’ingente patrimonio archeologico e naturalistico presente nel territorio non ha frenato, sin dal primo dopoguerra, la crescita urbana dissennata che negli anni Settanta del secolo scorso ha raggiunto apici consistenti con disboscamenti diffusi che hanno dato origine a insediamenti ex novo quali ad esempio la frazione di Valcanneto, Marina di Cerveteri. L’urbanizzazione di questo territorio è stata invasiva, incapace di rispettare i caratteri peculiari di un paesaggio unico e prezioso. Ad esempio, da un recente studio redatto a sostegno dell’applicazione del nuovo PTPR di Cerveteri, si evince che una “struttura portante” identifica vaste zone ad elevato valore ecologico e paesaggistico sulle quali attivare forme di tutela attiva.

Il capitale naturale locale: la rete Natura 2000 e le aree protette

Il territorio di Cerveteri comprende una diffusa rete di aree ad elevato valore naturale per la presenza di specie e habitat di considerevole importanza secondo la Direttiva Habitat.

 

ZPS Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate (IT 6030005)

Parte Comprensorio Tolfetano Cerite ManziateCon 67.573 ettari questa ZPS è la più estesa della Regione Lazio. Comprende 14 SIC, 15 comuni, 3 aree protette regionali e diverse Università agrarie, costituendo un polo di rilevante valore per la conservazione della natura della Regione Lazio.

Tramonto tolfetano

Tramonto tolfetano

Tra i valori di interesse naturalistico vi sono oltre 95 specie di uccelli nidificanti (di cui almeno 20 incluse nell’allegato I), oltre 20 specie di interesse comunitario segnalate nei SIC, e 16 habitat di interesse comunitario.

Il mosaico di ambienti che caratterizza l’area rappresenta il maggior punto di forza di questa diversità, risultano fondamentali infatti le attività agrosilvopastorali (sostenibili) per il mantenimento della maggior parte degli habitat che caratterizzano la ZPS.

 

ZPS Torre Flavia (IT 6030020)

Torre FlaviaIl monumento naturale Palude di Torre Flavia, un’area naturale protetta del Lazio istituita nel 1997 con D.P.G.R. Lazio n°613 del 24/03/97 in seguito è stata inserita nel sistema europeo Natura 2000 come Zona di Protezione Speciale “Torre Flavia” sia per la specificità ambientali riferibili all’habitat “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) che per la presenza di avifauna migratoria ed erpetofauna acquatica indicate nelle Direttive 79/409/CEE “Uccelli” e 92/43/CEE “Habitat” (BATTISTI, BUCCOMINO, 1998; AA.VV., 2003). Occupa una superficie di 43 ettari nei comuni di Ladispoli e Cerveteri, ed è gestita dalla città metropolitana di Roma Capitale.

Il Fratino, Charadrius alexandrinus, che, insieme al Corriere piccolo, Charadrius dubius, nidifica a Torre Flavia

Il Fratino, Charadrius alexandrinus, che, insieme al Corriere piccolo, Charadrius dubius, nidifica a Torre Flavia

La palude di Torre Flavia e la vicina Riserva naturale regionale di Macchiatonda (Comune di Santa Marinella – Provincia di Roma) rappresentano gli ultimi lembi residuali di aree paludose che si estendevano lungo la costa laziale a Nord della foce del fiume Tevere; con le opere di bonifica di Maccarese compiute tra il 1800 e il 1900 è prevalso un uso agricolo di tipo intensivo, seguito negli ultimi quarant’anni da un imponente fenomeno di urbanizzazione della fascia litoranea per fini balneari.

Il mantenimento e la conservazione di questi piccoli biotopi umidi assume una importante valenza fitogeografica proprio per le numerose pressioni antropiche che portano ad un lento e inesorabile degrado dei pochi lembi rimasti, fino a diventare rari se si confronta l’area attualmente occupata rispetto alla superficie originaria.

La palude di Torre Flavia è un acquitrino salmastro retrodunale inondato per buona parte dell’anno, con piccole pozze dove l’acqua ricca di sali permane fino alla stagione estiva. Gli estesi fenomeni di erosione costiera hanno provocato la totale scomparsa della duna litoranea e la conseguente perdita delle comunità perenni stabilizzatrici e delle sclerofille mediterranee.

 

SIC Monte Tosto (IT 6030006)

Monte TostoAppartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 62,0 ettari, è localizzato nella Provincia di Roma nel Comune di Cerveteri.

Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia e 6220* Percorsi sub steppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea.

Tra le specie protette Cerambyx cerdo (Cerambice delle Querce), Lucanus cervus (Cervo volante).

Le minacce potenzialmente presenti nel sito riguardano in primo luogo la perdita di habitat, con particolare riferimento a quelli prativi per la possibile invasione da parte di vegetazione arbustiva o arborea e a quelli boschivi residuali, per le modificazioni potenzialmente riconducibili alle modalità di sfruttamento delle risorse forestali, inclusa la diminuzione di alberi vetusti o deperienti. Ulteriore elemento di minaccia sostanziale è costituito dagli incendi, che sicuramente hanno avuto impatti in passato sul sito.

Tra le misure di conservazione si ritiene importante il mantenimento del pascolo nei prato-pascoli e adozione ed attuazione di un piano per la gestione dei pascoli o di un regolamento di fida pascolo che integri gli obiettivi della salvaguardia degli habitat di interesse comunitario, regolando il carico di bestiame istantaneo, stagionale, le modalità di utilizzo dei pascoli (attraverso per es. la rotazione, turnazione, ecc.) e i tempi di permanenza degli animali sulle diverse superfici con relativo calendario.

 

SIC Sughereta del Sasso (IT 6030021)

Sughereta del SassoAppartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 111,0 ha, è localizzato nella Provincia di Roma e nel Comune di Cerveteri. Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 6.220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero Brachypodietea e 9.330 Foreste di Quercus suber Sasso.SIC Sughereta del Sasso (IT 6030021).

Appartiene alla regione biogeografica Mediterranea, occupa una superficie di 111,0 ha, è localizzato nella Provincia di Roma e nel Comune di Cerveteri. Il SIC non ricade in area naturale protetta (sensu 394/1991).

Gli habitat presenti nel sic comprendono 6.220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero Brachypodietea e 9.330 Foreste di Quercus suber Sasso.

Sughereta del Sasso

Sughereta del Sasso

La "Rete Blu" (marina): la fascia costiera

Tra gli ambienti terrestri, le aree costiere sono quelle che hanno maggiormente risentito della completa mancanza di adeguate politiche di sviluppo anche perché si è arrivati tardi a comprenderne l’importanza in relazione alla difesa del territorio.

Le aree che nel tempo hanno mantenuto qualche aspetto di naturalità corrispondono sostanzialmente alle foci dei corsi d’acqua sia naturali sia artificiali. Pertanto, lungo i litorali si trovano ancora residui di vegetazione della duna mobile. Questa vegetazione svolge un fondamentale ruolo protettivo contro l’erosione nei confronti dell’ambiente retrostante e delle spiagge. L’ambiente della duna mobile è di notevole interesse scientifico per il particolare adattamento manifestato dalle specie che vi si insediano: le psammofile, ovunque in forte rarefazione sui nostri litorali. In alcuni brevi tratti, sfuggiti all’abusivismo edilizio, è possibile osservare ancora accenni di duna consolidata caratterizzata dalla presenza del ginepro, Juniperus macrocarpa, ed a seguire il lentisco, Pistacia lentiscus, fillirea, Phillyrea latifolia, etc.

Non sempre è possibile rinvenire insieme le quattro fasce che caratterizzano l’ambiente della duna mobile poiché nel complesso la duna è in condizioni di forte erosione con piccoli ciuffi di vegetazione all’apice di pinnacoli di sabbia. Comunque, considerando l’elevata dinamicità della vegetazione dunale, con limitati interventi di restauro ambientale e qualche anno di protezione integrata soprattutto per ridurre il calpestio, le aree di interesse potrebbero tornare in condizioni di buona naturalità.

Aree agricole identitarie

L’area ricompresa nel Comune di Cerveteri è attraversata da molteplici corsi d’acqua che, sia pure di piccole dimensioni e portata, svolgono una funzione primaria ed essenziale per l’agricoltura e la fauna locali.

L’Area Agricola Identitaria che si estende dal Comune di Cerveteri alle contigue aree sottoposte alle Amministrazioni di Santa Marinella e Tolfa, ha una superficie di 4.497 ettari, situata nella zona del litorale romano, si estende fra la fascia costiera e il territorio pedemontano del complesso della Tolfa da Santa Marinella a Cerveteri. Il comprensorio geografico si inserisce tra la costa Tirrenica e il cosiddetto Antiappennino laziale dei complessi vulcanici.

L’area, in particolare, è compresa nella piana costiera alluvionale, a nord della maremma ‘romana’, e le piccole colline che fanno da preludio alla Tolfa e ai monti Sabatini.

L’eterogenea composizione geologica, e la conseguente complessità vegetazionale, rende questa area particolarmente interessante sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico molto differente rispetto alle più omogenee aree limitrofe; i rilievi inoltre costituiscono un’isola con caratteri submontani, che va ad interrompere la continuità della fascia litoranea con le colline digradanti verso la costa caratterizzate da sommità arrotondate e da versanti dolci e da declivi disposti in senso est-ovest. Il reticolo idrografico, con carattere torrenziale, ha andamento ortogonale rispetto alla costa. Le caratteristiche naturali e storiche dell’area (a basso impatto antropico recente e a bassissima densità di popolazione) inducono lo sviluppo di vegetazioni e soprattutto permettono la sopravvivenza di numerose specie animali rare e/o minacciate (riserva della Banditaccia).

L’area riveste un’enorme importanza naturalistica e ciò è dovuto sia alla particolare posizione geografica, al centro della penisola dove il clima continentale si incontra con quello mediterraneo umido (con una zona a clima temperato), continuamente mutevole e con importanti variazioni microclimatiche. Le zone agricole, coltivate a cereali, seminativi irrigui, asciutti e arborati si estendono lungo la fascia costiera.

La presenza antropica attualmente è limitata alle attività agricole (soprattutto nei comuni di S.Marinella), e alle tradizionali attività silvo-pastorali e di ceduazione del bosco. Infatti, contrariamente a quanto avvenuto per la fascia costiera che ha subito numerose modifiche nelle sue caratteristiche originali a causa della costruzione di porti, di frangiflutti oltre che di numerosi villaggi per vacanze, l’area conserva ancora i caratteri naturali e rurali del paesaggio della maremma. Pertanto si rende necessaria la sua salvaguardia dall’avanzare delle incontrollate trasformazioni edilizie dei territori contermini.