Cenni storici

L’azienda agricola Maccarese S.p.A estendendosi su una superfice di 3200 ettari, in un unico corpo, è considerata tra le più grandi aziende agricole d’Italia, nonché una delle più grandi realtà imprenditoriali italiane.

Nasce il 20 marzo del 1925 come Maccarese SAB (Società anonima di bonifiche) con sede a Milano e capitale sociale di un milione di lire, con lo scopo di bonificare integralmente un territorio di 4500 ettari appartenuti ai Rospigliosi. A causa della crisi del 1929, negli anni trenta viene ceduta all’ I.R.I.

Si trova nel Comune di Fiumicino a soli 20 Km da Roma e al suo in terno dispone di tutte le vie di comunicazione: l’Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, la ferrovia Roma- Pisa e l’autostrada Roma –Civitavecchia, abbracciando Fregene, famosa località balneare.

Nel 1998, nell’ambito del programma di privatizzazioni avviate dal governo è acquistata da Edizione Holding del Gruppo Benetton che ne avvia la ristrutturazione grazie a cospicui investimenti, migliorandone la qualità gestionale e produttiva; oggi la Maccarese spa fattura circa 17 milioni di euro anno divisi tra settore agricolo, zootecnico e energetico.

Attualmente la superfice agricola consta di 3200 ettari pianeggianti di cui 2400 di superfice utile dove vengono coltivati cereali, proteaginose, foraggi e ortaggi.

Recentemente è stato piantumato un mandorleto superintensivo della superfice di 140 ettari che colloca l’azienda leader in Italia per questo tipo di coltura.

Quasi tutta la superfice è irrigua utilizzando i più disparati sistemi di irrigazione presenti sul mercato.

Oltre all’attività agricola è presente uno dei maggiori allevamenti di vacche da latte a livello nazionale con 3.600 capi presenti che producono 57.000 litri di latte di Alta Qualità al giorno, soddisfacendo il 15 % del consumo giornaliero dei romani.

Il centro zootecnico si estende su un’area di 17 ettari e si avvale dei più avanzati software per monitorare la qualità del latte, l’efficienza della mungitura, la riproduzione e il controllo analitico dei consumi alimentari con la finalità di garantire la sicurezza alimentare e il benessere animale.

Alla produzione di latte si affianca anche l’allevamento di ingrasso dei vitelli maschi nati in azienda che vengono venduti sul mercato romano della ristorazione e Gdo.

Infine a completare il ciclo di un’agricoltura sostenibile che va nella direzione dell’economia circolare, nel 2010 sono stati realizzati 2 impianti di biogas per la produzione di energia elettrica che utilizzano come alimentazione effluenti zootecnici e insilati prodotti in azienda, e nel 2021 è stato installato sul tetto di una stalla un impianto fotovoltaico della potenza di 300 KW, che consente l’autosufficienza energetica diurna di tutto il centro aziendale.

Nel 2019 è stata rilasciata dal prestigioso Ente Bureau Veritas la certificazione per la gestione della Salute e Sicurezza ISO 45001, che si affianca alla certificazione ambientale ISO 14001 ottenuta nel 2008, unico Centro zootecnico a possederla a testimonianza della mission aziendale che è quella di puntare alle elevate perfomance produttive, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale.
L’azienda da sempre ha messo le persone e la loro formazione al centro delle sue attività.

Patrimonio immobiliare

L’azienda Maccarese S.p.A. si estende su una superficie di 3.200 ettari nel Comune di Fiumicino, tra l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci a Sud, la cittadina di Fregene ed il litorale ad est, e la ferrovia Roma/Genova ad Ovest.

All’interno della tenuta, trovano la loro locazione, il Castello di San Giorgio e la Torre Primavera (XVI secolo), i laboratori dell’Associazione Italiana Allevatori e l’ARAL, l’Associazione Romana Allevatori del Lazio.

L’azienda dal 2012 ha messo a disposizione del Comune di Fiumicino una sala al primo piano del Castello di San Giorgio da destinare alla celebrazione di matrimoni civili.

Il municipio ha esteso alla sala la qualifica di “ufficio dello stato civile” dando il via libera alle celebrazioni.

La Tenuta Maccarese, conserva al suo interno strutture e luoghi di importanza storica: Il Castello San Giorgio, la Chiesetta settecentesca annessa ai giardini del Castello e la Torre Primavera datata 1574, che costituiva in antichità, insieme ad altre torri, un avamposto di difesa del litorale per l’avvistamento dei briganti provenienti dal mare, nel 1748 infatti consentì la cattura di ventisei turchi sbarcati da una galera. A ridosso del complesso del Castello di San Giorgio e del suo splendido giardino, si trovano delle antiche botteghe. Per molto tempo dismesse sono state recentemente riqualificate e ospitando 5 attività commerciali di ristorazione hanno ridato nuova linfa vitale all’antico borgo.

Recentemente è stato inaugurato il museo del Saxofono che contiene la più grande collezione di questi strumenti musicali al mondo.

 

Castello San Giorgio

Arrivando da est ed andando verso il mare, accanto al torrente Arrone, si erge il Castello di San Giorgio.

Camillo Rospigliosi iniziò i lavori di trasformazione di Villa San Giorgio, le cui origini si perdono nel tempo, ma di cui si hanno notizie certe nel XIII secolo, nel 1756.

Da un testamento si evince che i Normanni erano proprietari nel 1254 di un vastissimo territorio comprendente le località di Ceri, Palo, Castel Campanile, Villa San Giorgio, Castel di Guido, Leprignano e Testa di Lepre.

I normanni erano stato condotti a Roma da Papa Nicolò II nel 1058, per guerreggiare contro feudatari ribelli che avevano provocato lo scisma di Benedetto X, ossia i conti di Galeria, i conti di Tuscolo ed i Crescenzi della Sabina.

Gli Anguillara, il ramo più famoso dei Normanni, risanarono gran parte del territorio, fatto che si ricorda attraverso la leggenda dell’uccisione di un mostro che “infestava le plaghe, seminando terrore fino al mare”.

Il Papa e l’imperatore promisero tanta terra quanta percorsa da colui che avesse sgominato il mostro.

I cavalieri andarono a stanare il dragone da una grotta; l’attuale Malagrotta, e colui che lo atterrò fu uno dei signori di Anguillara, che ebbe in premio il terreno da lui liberato.

Dai disegni e cartografie d’epoca appare chiaramente la pianta ed il volume del castello nelle varie caratteristiche primigenie, anteriori alle opere di fortificazione volute dal precedente proprietario Mattei.

La proprietà del castello è passata dagli Anguillara, famiglia romana forse di stirpe longobarda, ai Mattei, nobile famiglia romana, ai Pallavicini famiglia che trae origine dagli Estensi dei Malaspina, di cui la figlia di Stefano sposò Giambattista Rospigliosi.
Proprio Stefano Pallavicini acquistò, nel 1683, dai Mattei il Castello di Maccarese.

I Rospigliosi, originari di Pistoia, che ebbero nella famiglia anche un papa, Clemente IX, entrarono in possesso del castello in occasione del matrimonio di Maria Camilla Pallavicini, che portò in dote la tenuta di Maccarese, con Gianbattista Rospigliosi.
Nel 1925 la proprietà è stata trasferita alla Società Anonima Bonifiche.

Di assoluto rilievo la spaziosa scala elicoidale, che permette l’accesso all’interno, la sala della musica, la torre, il giardino sul cui sfondo si erge la chiesetta delle Suore, rimasta intatta nei suoi contorni nella configurazione originaria, oltre a sale, scale interne, androne, tutti ravvivati da dipinti, tabelle commemorative e vestigia di marmo.

Nel passato sede della Società con i suoi uffici, è ora destinato a convegni, manifestazioni culturali, mostre, ed eventi.

Archivio storico

L’archivio storico della Maccarese intitolato a Carlo Benetton, della consistenza di oltre 500 metri lineari, contiene quasi integralmente la documentazione aziendale per un arco cronologico che va dalla metà degli anni venti agli anni novanta del Novecento.
Si tratta di un archivio di grande ricchezza e complessità, interessante non solo per la storia d’impresa, della produzione e del lavoro agricolo ma anche per la storia sociale ed economica, del territorio e della comunità che attorno all’azienda è nata e si è sviluppata.

I materiali raccontano, innanzitutto, le vicende dell’azienda e delle società partecipate e controllate (tra cui, ad esempio, la Società beni rustici crotonesi), la produzione, con il controllo delle coltivazioni, le scelte strategiche a essa legate e lo sviluppo dei vari centri produttivi (ad esempio quello zootecnico, vinicolo, vivaistico); il rapporto con il personale (dalle migrazioni interne esito delle politiche di bonifica alle lotte sindacali) e i sistemi di conduzione aziendale che si sono succeduti nel corso degli anni, tra cui la modalità sperimentale in compartecipazione; il rapporto con la popolazione di Maccarese e la creazione di infrastrutture e servizi per la comunità (la caserma dei carabinieri, la scuola, la colonia antimalarica, il cinema, la chiesa); sono inoltre presenti molteplici elementi biografici di persone e famiglie ma anche di personalità che hanno costruito la storia della Maccarese e che si intrecciano con la storia, l’economia e la politica italiane del periodo.

Dall’archivio emergono anche altri aspetti della storia aziendale, quali ad esempio la partecipazione a congressi, fiere, mostre e convegni, visite di istruzione fatte e ricevute, tutte testimonianze che, solo apparentemente meno rilevanti, ne restituiscono un profilo ancora più ricco e articolato.

L’archivio ha una consistenza complessiva di 165 volumi (libri societari e velinari), 1.750 registri, 2.500 buste, 20 scatoloni (tabulati ed altro).

L’archivio aderisce alla rete archivistica Lazio’900 e Museimpresa.

Dalla pagina dedicata è consultabile l’inventario, informatizzato e periodicamente aggiornato.

Zootecnia

All’interno del Centro Zootecnico della Maccarese S.p.A., che si estende su una superficie di 17 ettari, è presente una mandria di 3.600 capi bovini dal duplice indirizzo produttivo: latte e carne. La produzione di latte rappresenta il core business aziendale e con i suoi 18 milioni di litri prodotti annualmente, ricopre il 15% del fabbisogno di latte di Roma Capitale.

Le elevate produzioni registrate all’interno della Maccarese sono il frutto di un percorso concentrato su diversi aspetti fondamentali: benessere animale, PLM (precision livestock farming) e formazione del personale. Dal punto di vista del benessere animale, le vacche da latte sono stabulate in moderne strutture dotate di attrezzature e ampi spazi a disposizione (20 mq capo) che consentono agli animali di massimizzare le condizioni di benessere (come certificato dal CreNBA, centro nazionale per il benessere animale). La mandria da latte è suddivisa in funzione della fase fisiologica di lattazione (vacche al parto, alta produzione, asciutta, vitelli, manze) con particolare enfasi attribuita alle bovine al parto, dotate di una moderna struttura in grado di gestire i 1.800 parti l’anno.

Negli ultimi anni l’azienda ha investito molto nell’acquisto delle più avanzate tecnologie che hanno permesso un miglioramento della qualità del lavoro, un controllo più rigoroso e preciso delle fasi dei processi produttivi, con lo scopo di massimizzare le performance produttive/ri-produttive. Una particolare attenzione è rivolta all’alimentazione dei bovini, in quanto ricopre oltre il 50% del costo di produzione del litro latte. Con i 3.200 ettari a disposizione si è in grado di soddisfare il 72% del fabbisogno alimentare dei bovini, mentre la parte rimanente si acquista dal mercato esterno.

 

Oasi naturalistiche

Nel territorio della tenuta esistono importanti e interessanti aree di grande valenza naturalistica.

Le Macchie Mediterranee, divise in due parti, dall’abitato di Fregene, si estendono per oltre 400 ettari a ridosso del mare, costituiscono tre oasi caratterizzate da vegetazione sia bassa che alta con un’infinità di essenze. Per le loro caratteristiche sono diventate luoghi di sosta e di riposo per parecchie specie di uccelli. Da segnalare il falco di palude, l’albanella reale, le anatre, il cuculo e l’upupa. Tra gli stanziali il tasso, l’istrice, il coniglio selvatico, il riccio e la volpe. Un’area è destinata alle testuggini terrestri.

Tutta la superficie di macchia mediterranea comprese le vasche è gestita dal WWF che ne ha fatto 4 oasi naturalistiche aperte alle visite guidate.

Le vasche, estese per 36 ettari, sono state realizzate nel 1970 a scopo di allevamento. Il progetto non ebbe successo e le vasche furono abbandonate, creando così le premesse per il ricrearsi di un singolare biotipo di zona umida con caratteristiche atrofiche, scarsità di ossigeno nelle acque tali da favorire la presenza di numerosissime specie di animali.

Intervista a Claudio Destro, Ceo Maccarese spa

Cenni storici

L’azienda agricola Maccarese S.p.A estendendosi su una superfice di 3200 ettari, in un unico corpo, è considerata tra le più grandi aziende agricole d’Italia, nonché una delle più grandi realtà imprenditoriali italiane.

Nasce il 20 marzo del 1925 come Maccarese SAB (Società anonima di bonifiche) con sede a Milano e capitale sociale di un milione di lire, con lo scopo di bonificare integralmente un territorio di 4500 ettari appartenuti ai Rospigliosi. A causa della crisi del 1929, negli anni trenta viene ceduta all’ I.R.I.

Si trova nel Comune di Fiumicino a soli 20 Km da Roma e al suo in terno dispone di tutte le vie di comunicazione: l’Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, la ferrovia Roma- Pisa e l’autostrada Roma –Civitavecchia, abbracciando Fregene, famosa località balneare.

Nel 1998, nell’ambito del programma di privatizzazioni avviate dal governo è acquistata da Edizione Holding del Gruppo Benetton che ne avvia la ristrutturazione grazie a cospicui investimenti, migliorandone la qualità gestionale e produttiva; oggi la Maccarese spa fattura circa 17 milioni di euro anno divisi tra settore agricolo, zootecnico e energetico.

Attualmente la superfice agricola consta di 3200 ettari pianeggianti di cui 2400 di superfice utile dove vengono coltivati cereali, proteaginose, foraggi e ortaggi.

Recentemente è stato piantumato un mandorleto superintensivo della superfice di 140 ettari che colloca l’azienda leader in Italia per questo tipo di coltura.

Quasi tutta la superfice è irrigua utilizzando i più disparati sistemi di irrigazione presenti sul mercato.

Oltre all’attività agricola è presente uno dei maggiori allevamenti di vacche da latte a livello nazionale con 3.600 capi presenti che producono 57.000 litri di latte di Alta Qualità al giorno, soddisfacendo il 15 % del consumo giornaliero dei romani.

Il centro zootecnico si estende su un’area di 17 ettari e si avvale dei più avanzati software per monitorare la qualità del latte, l’efficienza della mungitura, la riproduzione e il controllo analitico dei consumi alimentari con la finalità di garantire la sicurezza alimentare e il benessere animale.

Alla produzione di latte si affianca anche l’allevamento di ingrasso dei vitelli maschi nati in azienda che vengono venduti sul mercato romano della ristorazione e Gdo.

Infine a completare il ciclo di un’agricoltura sostenibile che va nella direzione dell’economia circolare, nel 2010 sono stati realizzati 2 impianti di biogas per la produzione di energia elettrica che utilizzano come alimentazione effluenti zootecnici e insilati prodotti in azienda, e nel 2021 è stato installato sul tetto di una stalla un impianto fotovoltaico della potenza di 300 KW, che consente l’autosufficienza energetica diurna di tutto il centro aziendale.

Nel 2019 è stata rilasciata dal prestigioso Ente Bureau Veritas la certificazione per la gestione della Salute e Sicurezza ISO 45001, che si affianca alla certificazione ambientale ISO 14001 ottenuta nel 2008, unico Centro zootecnico a possederla a testimonianza della mission aziendale che è quella di puntare alle elevate perfomance produttive, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale.
L’azienda da sempre ha messo le persone e la loro formazione al centro delle sue attività.

Patrimonio immobiliare

L’azienda Maccarese S.p.A. si estende su una superficie di 3.200 ettari nel Comune di Fiumicino, tra l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci a Sud, la cittadina di Fregene ed il litorale ad est, e la ferrovia Roma/Genova ad Ovest.

All’interno della tenuta, trovano la loro locazione, il Castello di San Giorgio e la Torre Primavera (XVI secolo), i laboratori dell’Associazione Italiana Allevatori e l’ARAL, l’Associazione Romana Allevatori del Lazio.

L’azienda dal 2012 ha messo a disposizione del Comune di Fiumicino una sala al primo piano del Castello di San Giorgio da destinare alla celebrazione di matrimoni civili.

Il municipio ha esteso alla sala la qualifica di “ufficio dello stato civile” dando il via libera alle celebrazioni.

La Tenuta Maccarese, conserva al suo interno strutture e luoghi di importanza storica: Il Castello San Giorgio, la Chiesetta settecentesca annessa ai giardini del Castello e la Torre Primavera datata 1574, che costituiva in antichità, insieme ad altre torri, un avamposto di difesa del litorale per l’avvistamento dei briganti provenienti dal mare, nel 1748 infatti consentì la cattura di ventisei turchi sbarcati da una galera. A ridosso del complesso del Castello di San Giorgio e del suo splendido giardino, si trovano delle antiche botteghe. Per molto tempo dismesse sono state recentemente riqualificate e ospitando 5 attività commerciali di ristorazione hanno ridato nuova linfa vitale all’antico borgo.

Recentemente è stato inaugurato il museo del Saxofono che contiene la più grande collezione di questi strumenti musicali al mondo.

 

Castello San Giorgio

Arrivando da est ed andando verso il mare, accanto al torrente Arrone, si erge il Castello di San Giorgio.

Camillo Rospigliosi iniziò i lavori di trasformazione di Villa San Giorgio, le cui origini si perdono nel tempo, ma di cui si hanno notizie certe nel XIII secolo, nel 1756.

Da un testamento si evince che i Normanni erano proprietari nel 1254 di un vastissimo territorio comprendente le località di Ceri, Palo, Castel Campanile, Villa San Giorgio, Castel di Guido, Leprignano e Testa di Lepre.

I normanni erano stato condotti a Roma da Papa Nicolò II nel 1058, per guerreggiare contro feudatari ribelli che avevano provocato lo scisma di Benedetto X, ossia i conti di Galeria, i conti di Tuscolo ed i Crescenzi della Sabina.

Gli Anguillara, il ramo più famoso dei Normanni, risanarono gran parte del territorio, fatto che si ricorda attraverso la leggenda dell’uccisione di un mostro che “infestava le plaghe, seminando terrore fino al mare”.

Il Papa e l’imperatore promisero tanta terra quanta percorsa da colui che avesse sgominato il mostro.

I cavalieri andarono a stanare il dragone da una grotta; l’attuale Malagrotta, e colui che lo atterrò fu uno dei signori di Anguillara, che ebbe in premio il terreno da lui liberato.

Dai disegni e cartografie d’epoca appare chiaramente la pianta ed il volume del castello nelle varie caratteristiche primigenie, anteriori alle opere di fortificazione volute dal precedente proprietario Mattei.

La proprietà del castello è passata dagli Anguillara, famiglia romana forse di stirpe longobarda, ai Mattei, nobile famiglia romana, ai Pallavicini famiglia che trae origine dagli Estensi dei Malaspina, di cui la figlia di Stefano sposò Giambattista Rospigliosi.
Proprio Stefano Pallavicini acquistò, nel 1683, dai Mattei il Castello di Maccarese.

I Rospigliosi, originari di Pistoia, che ebbero nella famiglia anche un papa, Clemente IX, entrarono in possesso del castello in occasione del matrimonio di Maria Camilla Pallavicini, che portò in dote la tenuta di Maccarese, con Gianbattista Rospigliosi.
Nel 1925 la proprietà è stata trasferita alla Società Anonima Bonifiche.

Di assoluto rilievo la spaziosa scala elicoidale, che permette l’accesso all’interno, la sala della musica, la torre, il giardino sul cui sfondo si erge la chiesetta delle Suore, rimasta intatta nei suoi contorni nella configurazione originaria, oltre a sale, scale interne, androne, tutti ravvivati da dipinti, tabelle commemorative e vestigia di marmo.

Nel passato sede della Società con i suoi uffici, è ora destinato a convegni, manifestazioni culturali, mostre, ed eventi.

Archivio storico

L’archivio storico della Maccarese intitolato a Carlo Benetton, della consistenza di oltre 500 metri lineari, contiene quasi integralmente la documentazione aziendale per un arco cronologico che va dalla metà degli anni venti agli anni novanta del Novecento.
Si tratta di un archivio di grande ricchezza e complessità, interessante non solo per la storia d’impresa, della produzione e del lavoro agricolo ma anche per la storia sociale ed economica, del territorio e della comunità che attorno all’azienda è nata e si è sviluppata.

I materiali raccontano, innanzitutto, le vicende dell’azienda e delle società partecipate e controllate (tra cui, ad esempio, la Società beni rustici crotonesi), la produzione, con il controllo delle coltivazioni, le scelte strategiche a essa legate e lo sviluppo dei vari centri produttivi (ad esempio quello zootecnico, vinicolo, vivaistico); il rapporto con il personale (dalle migrazioni interne esito delle politiche di bonifica alle lotte sindacali) e i sistemi di conduzione aziendale che si sono succeduti nel corso degli anni, tra cui la modalità sperimentale in compartecipazione; il rapporto con la popolazione di Maccarese e la creazione di infrastrutture e servizi per la comunità (la caserma dei carabinieri, la scuola, la colonia antimalarica, il cinema, la chiesa); sono inoltre presenti molteplici elementi biografici di persone e famiglie ma anche di personalità che hanno costruito la storia della Maccarese e che si intrecciano con la storia, l’economia e la politica italiane del periodo.

Dall’archivio emergono anche altri aspetti della storia aziendale, quali ad esempio la partecipazione a congressi, fiere, mostre e convegni, visite di istruzione fatte e ricevute, tutte testimonianze che, solo apparentemente meno rilevanti, ne restituiscono un profilo ancora più ricco e articolato.

L’archivio ha una consistenza complessiva di 165 volumi (libri societari e velinari), 1.750 registri, 2.500 buste, 20 scatoloni (tabulati ed altro).

L’archivio aderisce alla rete archivistica Lazio’900 e Museimpresa.

Dalla pagina dedicata è consultabile l’inventario, informatizzato e periodicamente aggiornato.

Zootecnia

All’interno del Centro Zootecnico della Maccarese S.p.A., che si estende su una superficie di 17 ettari, è presente una mandria di 3.600 capi bovini dal duplice indirizzo produttivo: latte e carne. La produzione di latte rappresenta il core business aziendale e con i suoi 18 milioni di litri prodotti annualmente, ricopre il 15% del fabbisogno di latte di Roma Capitale.

Le elevate produzioni registrate all’interno della Maccarese sono il frutto di un percorso concentrato su diversi aspetti fondamentali: benessere animale, PLM (precision livestock farming) e formazione del personale. Dal punto di vista del benessere animale, le vacche da latte sono stabulate in moderne strutture dotate di attrezzature e ampi spazi a disposizione (20 mq capo) che consentono agli animali di massimizzare le condizioni di benessere (come certificato dal CreNBA, centro nazionale per il benessere animale). La mandria da latte è suddivisa in funzione della fase fisiologica di lattazione (vacche al parto, alta produzione, asciutta, vitelli, manze) con particolare enfasi attribuita alle bovine al parto, dotate di una moderna struttura in grado di gestire i 1.800 parti l’anno.

Negli ultimi anni l’azienda ha investito molto nell’acquisto delle più avanzate tecnologie che hanno permesso un miglioramento della qualità del lavoro, un controllo più rigoroso e preciso delle fasi dei processi produttivi, con lo scopo di massimizzare le performance produttive/ri-produttive. Una particolare attenzione è rivolta all’alimentazione dei bovini, in quanto ricopre oltre il 50% del costo di produzione del litro latte. Con i 3.200 ettari a disposizione si è in grado di soddisfare il 72% del fabbisogno alimentare dei bovini, mentre la parte rimanente si acquista dal mercato esterno.

 

Oasi naturalistiche

Nel territorio della tenuta esistono importanti e interessanti aree di grande valenza naturalistica.

Le Macchie Mediterranee, divise in due parti, dall’abitato di Fregene, si estendono per oltre 400 ettari a ridosso del mare, costituiscono tre oasi caratterizzate da vegetazione sia bassa che alta con un’infinità di essenze. Per le loro caratteristiche sono diventate luoghi di sosta e di riposo per parecchie specie di uccelli. Da segnalare il falco di palude, l’albanella reale, le anatre, il cuculo e l’upupa. Tra gli stanziali il tasso, l’istrice, il coniglio selvatico, il riccio e la volpe. Un’area è destinata alle testuggini terrestri.

Tutta la superficie di macchia mediterranea comprese le vasche è gestita dal WWF che ne ha fatto 4 oasi naturalistiche aperte alle visite guidate.

Le vasche, estese per 36 ettari, sono state realizzate nel 1970 a scopo di allevamento. Il progetto non ebbe successo e le vasche furono abbandonate, creando così le premesse per il ricrearsi di un singolare biotipo di zona umida con caratteristiche atrofiche, scarsità di ossigeno nelle acque tali da favorire la presenza di numerosissime specie di animali.

Intervista a Claudio Destro, Ceo Maccarese spa